L'evento è stato organizzato dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Vicenza.
Venerdì 13 dicembre, il salone del Palazzo delle Opere Sociali ha ospitato una tavola rotonda dedicata alla legge n.49/2023 sull’Equo Compenso, organizzata dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Vicenza. L’evento ha attirato circa 250 professionisti, tra architetti, avvocati, ingegneri e altri iscritti ad albi professionali, interessati a comprendere le criticità e le potenzialità di una normativa che, nonostante una lunga gestazione, continua a sollevare perplessità.
Le criticità della legge
Introdotti dalla Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Vicenza, Lisa Borinato, i relatori hanno analizzato i punti deboli della normativa, considerata incompleta e poco attuabile. La Senatrice Erika Stefani, Segretario della Presidenza del Senato e relatrice della legge in Commissione Giustizia, ha sottolineato come la difficoltà di garantire un reddito adeguato ai professionisti possa avere conseguenze sul sistema economico e sociale, scoraggiando i giovani a intraprendere carriere professionali.
Per presentare il programma di ogni coppia di candidati, sono stati organizzati veri e propri comizi e dibattiti a scuola che hanno ottenuto una grande partecipazione e attenzione da parte dei giovanissimi elettori.
L’avvocato Marco Antonucci ha ricostruito il percorso legislativo, evidenziando come l’approccio italiano, rispetto ad altri Paesi europei, sia spesso radicale nell’implementazione delle direttive comunitarie. “Un osservatorio presso il Ministero della Giustizia sta lavorando per definire i parametri necessari alla piena attuazione della legge,” ha aggiunto Stefani, indicando questo come uno dei principali nodi da risolvere.
Le sfide per i professionisti e le istituzioni
L’architetto Massimo Cavazzana, Vicepresidente di ANCI con delega alle Politiche del Lavoro, ha descritto il peggioramento delle condizioni economiche dei professionisti, particolarmente evidente in Veneto. Ha evidenziato come i bilanci comunali non prevedano più fondi per la progettazione, aggravati dai prepensionamenti nel settore pubblico, che stanno creando un vuoto generazionale.
“Questa mancanza di competenze rende difficile la gestione tecnica nei comuni e ostacola la trasmissione del sapere. Servono leggi pensate da chi conosce davvero la realtà amministrativa,” ha dichiarato Cavazzana, auspicando che i partiti candidino figure con esperienza sul campo per favorire una normativa più pratica e utile.
Un confronto necessario
L’evento ha evidenziato come l’Equo Compenso sia una tematica cruciale ma ancora lontana da una piena realizzazione. La legge n.49/2023, nonostante le buone intenzioni, necessita di miglioramenti e di un’applicazione più concreta per garantire dignità e sostenibilità al lavoro dei professionisti. La tavola rotonda è stata un’occasione per avviare un dibattito costruttivo, coinvolgendo figure di spicco della politica, del diritto e dell’architettura, con la speranza che i risultati possano presto tradursi in azioni concrete.
Venerdì 13 dicembre, il salone del Palazzo delle Opere Sociali ha ospitato una tavola rotonda dedicata alla legge n.49/2023 sull’Equo Compenso, organizzata dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Vicenza. L’evento ha attirato circa 250 professionisti, tra architetti, avvocati, ingegneri e altri iscritti ad albi professionali, interessati a comprendere le criticità e le potenzialità di una normativa che, nonostante una lunga gestazione, continua a sollevare perplessità.
Le criticità della legge
Introdotti dalla Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Vicenza, Lisa Borinato, i relatori hanno analizzato i punti deboli della normativa, considerata incompleta e poco attuabile. La Senatrice Erika Stefani, Segretario della Presidenza del Senato e relatrice della legge in Commissione Giustizia, ha sottolineato come la difficoltà di garantire un reddito adeguato ai professionisti possa avere conseguenze sul sistema economico e sociale, scoraggiando i giovani a intraprendere carriere professionali.
Per presentare il programma di ogni coppia di candidati, sono stati organizzati veri e propri comizi e dibattiti a scuola che hanno ottenuto una grande partecipazione e attenzione da parte dei giovanissimi elettori.
L’avvocato Marco Antonucci ha ricostruito il percorso legislativo, evidenziando come l’approccio italiano, rispetto ad altri Paesi europei, sia spesso radicale nell’implementazione delle direttive comunitarie. “Un osservatorio presso il Ministero della Giustizia sta lavorando per definire i parametri necessari alla piena attuazione della legge,” ha aggiunto Stefani, indicando questo come uno dei principali nodi da risolvere.
Le sfide per i professionisti e le istituzioni
L’architetto Massimo Cavazzana, Vicepresidente di ANCI con delega alle Politiche del Lavoro, ha descritto il peggioramento delle condizioni economiche dei professionisti, particolarmente evidente in Veneto. Ha evidenziato come i bilanci comunali non prevedano più fondi per la progettazione, aggravati dai prepensionamenti nel settore pubblico, che stanno creando un vuoto generazionale.
“Questa mancanza di competenze rende difficile la gestione tecnica nei comuni e ostacola la trasmissione del sapere. Servono leggi pensate da chi conosce davvero la realtà amministrativa,” ha dichiarato Cavazzana, auspicando che i partiti candidino figure con esperienza sul campo per favorire una normativa più pratica e utile.
Un confronto necessario
L’evento ha evidenziato come l’Equo Compenso sia una tematica cruciale ma ancora lontana da una piena realizzazione. La legge n.49/2023, nonostante le buone intenzioni, necessita di miglioramenti e di un’applicazione più concreta per garantire dignità e sostenibilità al lavoro dei professionisti. La tavola rotonda è stata un’occasione per avviare un dibattito costruttivo, coinvolgendo figure di spicco della politica, del diritto e dell’architettura, con la speranza che i risultati possano presto tradursi in azioni concrete.
GIOVANNI COVIELLO
Direttore Responsabile ViPiù
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