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  • 03 Aprile 2025
  • Nazionale
Padova, 1 aprile 2025 – “Siamo profondamente preoccupati per le difficoltà legate alla messa a terra del Decreto Salva Casa. Nonostante il lavoro svolto da ANCI per semplificare l’applicazione delle misure attraverso un tavolo tecnico dedicato, restano ancora troppi ostacoli burocratici e procedurali che rischiano di compromettere uno dei provvedimenti più rilevanti in materia di edilizia residenziale.”
 
È quanto dichiara Massimo Cavazzana, Vicepresidente Nazionale ANCI, intervenendo a seguito del convegno tenutosi a Padova il 31 marzo.
 
“In particolare – sottolinea Cavazzana – in Veneto permane una grave criticità: l’assenza della legge regionale necessaria per recepire le disposizioni del decreto. Il DDL n. 244, che dovrebbe consentire l’attuazione operativa delle misure, è ancora fermo. Senza questa norma, i Comuni si trovano impossibilitati ad agire. È fondamentale che la Regione assuma una posizione chiara su questo punto e acceleri l’approvazione del disegno di legge”.
 
A ciò si aggiunge l’incertezza sulle modalità operative per la presentazione delle richieste.
Gravissima, inoltre, la situazione dell’Agenzia delle Entrate tenuta a fare le perizie sul il 45% delle pratiche presentate La sede di Padova – riporta Cavazzana – rischia di essere sommersa da decine di migliaia di pratiche , considerando i soli comuni di capoluogo sono previste 160.000 pratiche a Padova e 48.000 a Rovigo in pratica 94.000 approderanno all’ agenzia delle entrate , ma di fatto i comuni interessati dall’ agenzia di Padova sono 114 E oggi, come ha evidenziato la stessa dirigente dell’Agenzia durante il nostro incontro, ci sono appena 8 risorse umane – di cui 4 appena entrate – a gestire l’intero carico”.
 
Un ulteriore elemento critico riguarda l’accordo di collaborazione tra Comuni e Agenzia delle Entrate, ancora privo di indicazioni operative. “Ogni Comune dovrebbe attivare una procedura per definire questa collaborazione – aggiunge Cavazzana – ma non è stato ancora chiarito in che modo. Inoltre, la perizia a carico dell’Agenzia deve essere anticipata dai Comuni stessi, e può arrivare fino al 50% della sanzione prevista”.
 
“Serve un intervento immediato e coordinato – conclude Cavazzana – per affrontare questi nodi che rischiano di paralizzare il sistema. Come ANCI chiediamo che la questione venga presa in carico con urgenza e serietà, altrimenti sarà impossibile dare risposte concrete ai cittadini, vanificando un’opportunità cruciale per la riqualificazione del patrimonio edilizio e la regolarizzazione di migliaia di situazioni abitative”.
 
 

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